Mutuo da difendere

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MUTUO DA DIFENDERE

SCELTA
Qual è l'effetto del taglio dei tassi della Bce sul mio mutuo?
Una riduzione del costo del denaro di 25 punti base (tanto vale il taglio dall'1,5% all'1,25%) comporta in media un risparmio annuo compreso fra i 100 e i 150 euro per ogni 100mila euro presi a prestito. L'impatto è tanto più significativo quanto maggiori sono il debito residuo e la durata del mutuo. Questo però vale in teoria, perché i finanziamenti per la casa indicizzati direttamente al tasso Bce sono una minima parte. La maggioranza segue invece i valori del tasso Euribor, che si adegua gradualmente alle decisioni prese a Francoforte (venerdì la scadenza a 3 mesi è scesa dall'1,58% all'1,48%) e che in questo momento staziona anche su livelli più elevati del «normale» per le difficoltà attraversate dal sistema bancario. Non vi sono invece effetti su un mutuo a tasso fisso.

L'andamento dello spread BTp-Bund può influenzare la rata che dovrò versare?
In linea indiretta sì, almeno per i prodotti a tasso variabile. La crisi del debito pubblico europeo e le difficoltà delle banche hanno infatti costretto la Bce a invertire la politica monetaria e compiere un passo indietro con i tassi di interesse facendo seguire un taglio ai due rialzi di aprile e luglio. Questo ha provocato anche una discesa di quei tassi Euribor ai quali è indicizzata la gran parte dei mutui variabili italiani. I tassi (sia quello Bce, sia l'Euribor) sono previsti in ulteriore discesa, quindi le famiglie potranno approfittare di rate «leggere» ancora per alcuni anni.


Mi conviene dunque cambiare e passare al tasso variabile?
La decisione sulla tipologia di mutuo deve prescindere dalle considerazioni sui tassi nel breve periodo: il finanziamento si porta avanti per decenni e la situazione del momento può cambiare. La scelta attiene ad altre considerazioni, soprattutto alla situazione reddituale di un nucleo famigliare. Detto questo, chi scegliesse di passare adesso al variabile potrebbe molto probabilmente ottenere uno «sconto» sulla rata, visto che si possono trovare tassi a partire dal 3,5% (contro il 5-6% medio dei fissi in corso). Il problema è che i prodotti in questo momento sul mercato hanno spread (cioè il ricarico applicato dalla banca al tasso di base) molto elevati che, a meno di nuove sostituzioni o surroghe, dovranno essere mantenuti per tutta la durata del prestito e, nel caso del variabile, potrebbero mettere in difficoltà il mutuatario quando i tassi torneranno inevitabilmente a salire.
 

TUTELA
Se è stato stipulato un mutuo a tasso variabile, è possibile trasformarlo in un mutuo a tasso fisso ? E viceversa ?
No, il mutuo è un contratto e le sue clausole vanno rispettate per tutta la durata del contratto stesso. Peraltro, questa affermazione va temperata con un paio di osservazioni: in primo luogo, specialmente nell'ultimo periodo, le banche hanno offerto prodotti che consentono al mutuatario di cambiare il sistema di indicizzazione delle rate e quindi consentono, a chi ha scelto il tasso variabile, di adottare il tasso fisso, e viceversa: in questi casi occorre leggere bene il contratto di mutuo e verificare con quali modalità e condizioni il mutuatario può ottenere il risultato voluto. In secondo luogo, il mutuatario può sempre avvalersi della cosiddetta "surrogazione" e cioè ottenere un nuovo mutuo da una banca diversa (ad esempio, a tasso fisso) per estinguere il mutuo in corso (ad esempio, stipulato a tasso variabile). Ancora, il cliente può verificare la disponibilità della banca alla "rinegoziazione" e cioè accertare se la banca sia disposta a ricontrattare le condizioni del mutuo in essere.
 

fonte:
Il Sole 24 Ore

 

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